Bonus Riscaldamento: come sostituire la caldaia spendendo quasi zero

Caldaia addio | Con questo bonus spendi pochissimo e installi la nuova tecnologia per il riscaldamento: come ottenere il “Conto Termico”

Luca Antonelli

Novembre 24, 2025

Immaginate di aprire il portafoglio dopo una bolletta salata e trovare, nella contabilità domestica, un bonifico che copre buona parte della spesa per la nuova caldaia. In molte case italiane questo non è più un’ipotesi ma un percorso concreto: il Conto Termico gestito dal GSE rimette in movimento la sostituzione degli impianti obsoleti, con incentivi pensati per agevolare il passaggio a soluzioni a basse emissioni. La scena è comune nelle periferie e nei centri storici: appartamenti con vecchie caldaie che fanno ancora rumore e condomìni che discutono progetti di ammodernamento. Qui l’intervento non è solo tecnico, è anche economico: si tratta di ridurre consumi e migliorare il comfort, insieme a un alleggerimento immediato del conto del beneficiario.

Come funziona il contributo

Il meccanismo principale prevede un contributo economico destinato alla sostituzione di impianti di riscaldamento datati con tecnologie più efficienti. Al centro dell’incentivo ci sono le pompe di calore elettriche e a gas, ma rientrano anche le caldaie a biomassa certificate e gli impianti di solare termico per acqua calda e integrazione al riscaldamento. Il contributo può coprire una quota significativa della spesa: in alcuni casi si arriva fino al 65% dei costi ammissibili. Un dettaglio che molti sottovalutano è che l’intervento deve essere sostitutivo: non sono incentivati ampliamenti o installazioni aggiuntive su impianti già esistenti. Questo significa che la pratica è pensata per rinnovare la dotazione esistente dell’edificio e non per creare sistemi paralleli.

Caldaia addio | Con questo bonus spendi pochissimo e installi la nuova tecnologia per il riscaldamento: come ottenere il “Conto Termico”
Esposte frontalmente moderne caldaie a condensazione, pronte a sostituire vecchi impianti, incentivando il risparmio energetico e abbassando le bollette. – confcommerciobelluno.it

La misura rimborsa anche alcune spese accessorie, come la demolizione della vecchia caldaia e opere idrauliche necessarie per il collegamento delle nuove unità. La percentuale effettiva del rimborso varia in base alla zona climatica e alla tecnologia installata: impianti più performanti in zone più fredde possono ottenere contributi più elevati. I tecnici del settore spiegano che il criterio è legato all’efficacia della sostituzione nel ridurre i consumi complessivi, e per questo la valutazione tecnica del GSE valuta sia il tipo di intervento che il contesto in cui viene eseguito.

Chi può richiederlo e quali spese sono rimborsabili

Possono accedere ai benefici privati cittadini, condomìni e piccoli enti pubblici che detengono l’impianto da sostituire. L’approdo è sempre il portale del GSE: la procedura richiede l’invio della documentazione tecnica dell’intervento e delle fatture delle spese sostenute. La famiglie e i gestori di piccoli edifici trovano nella procedura digitale una via rapida per ottenere conferma dell’idoneità dell’intervento. Esiste anche la modalità di prenotazione, utile per conoscere l’importo dell’incentivo prima dell’esecuzione dei lavori e pianificare l’investimento con maggiore certezza.

Tra le voci rimborsabili figurano l’installazione delle nuove unità, le opere idrauliche collegate e la rimozione dell’impianto preesistente; in alcuni casi sono ammessi anche elementi di posa e messa in servizio. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la necessità di conservare con cura tutta la documentazione: fatture, schede tecniche e dichiarazioni di conformità sono indispensabili per la verifica. È inoltre fondamentale rispettare le scadenze previste dal regolamento: la domanda deve essere presentata con la documentazione completa entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori per evitare l’esclusione dall’incentivo.

Errori da evitare e perché conviene valutare il passaggio

Un errore ricorrente è la perdita o la mancata registrazione delle certificazioni dei dispositivi installati: senza prove dell’efficienza richiesta, la pratica rischia di non passare la verifica tecnica. Altri sbagli comuni sono ritardare la compilazione della domanda sul portale o non verificare in anticipo i requisiti dell’impianto da installare. Per chi gestisce un condominio, infine, non è raro sottovalutare le procedure interne di approvazione dei lavori, un elemento che può rallentare l’accesso al contributo.

Dall’altra parte, i vantaggi concreti sono misurabili e non solo teorici: il passaggio a sistemi più efficienti comporta un taglio dei consumi, una migliore distribuzione del calore in casa e spesso una riduzione delle emissioni. Il risparmio energetico si traduce in costi di gestione più bassi e in un maggior comfort abitativo, specialmente nelle stagioni fredde, quando il rendimento dell’impianto incide maggiormente sulle bollette. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la differenza di rumorosità e di temperatura ambiente dopo la sostituzione.

Chi decide di seguire la strada del rinnovo trova nello strumento del Conto Termico non solo un rimborso, ma un supporto strutturato alla riqualificazione. Nelle città italiane si vedono sempre più unità esterne di pompe di calore sui balconi e impianti solari sui tetti: è un segnale pratico di come, passo dopo passo, si sta cambiando il modo di scaldare le case. Un dettaglio realistico: molti beneficiari segnalano il bonifico sul conto corrente poche settimane dopo l’accettazione della pratica, una certezza che facilita la programmazione dei lavori.

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