All’ingresso del borgo, la pietra chiara taglia la luce: una cortina di abitazioni che guarda verso colli e mare e nasconde, sotto il pavimento delle strade, un sistema di ambienti scavati secoli fa. Camminare nel centro storico significa avere sotto i piedi una storia stratificata, fatta di usi diversi e di energie che hanno modellato il territorio. Camerano non è soltanto una vista sul Conero: è un paese che mostra come la vita possa svilupparsi “dentro” il suolo tanto quanto sopra. Un dettaglio che molti sottovalutano è che qui la roccia locale non è calcare bensì arenaria, una materia che si presta a scavi e che ha determinato le scelte costruttive per millenni.
Dal poggio del borgo lo sguardo corre verso i boschi e, a pochi chilometri, verso l’azzurro dell’Adriatico. Le spiagge del Conero — le Due Sorelle, Sassi Neri, la Urbani — distano meno di sei chilometri; la Mole Vanvitelliana di Ancona è a una decina di chilometri in linea d’aria. Questa vicinanza rende Camerano un punto di osservazione interessante per chi studia rapporti tra insediamento urbano e costa, tra attività estrattive e paesaggio agricolo. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la diversa percezione cromatica dell’arenaria: cambia con la bassa temperatura e con la luce radente, e lo stesso materiale con cui sono fatte le grotte sembra dialogare con il territorio.

Camerano, il paese di Carlo Maratta
La storia artistica del borgo non si limita agli spazi ipogei: tra i suoi figli più noti c’è il pittore Carlo Maratta, figura di rilievo tra Seicento e primi decenni del Settecento. La produzione di Maratta mostra un rapporto tra ombra e luce che è coerente con le pratiche pittoriche dell’epoca, ma anche con l’idea di uno spazio che alterna interno ed esterno, come il borgo stesso fa da millenni. Nella sua secondaria vita romana, Maratta ricevette commesse importanti e influenzò pratiche artistiche diffuse in diverse città italiane; la sua fama storica è stata rivalutata da studi critici recenti che ne hanno precisato il ruolo nei circuiti culturali del Papato.
Nel centro di Camerano si avvertono tracce di quell’epoca: chiese, decorazioni e qualche monumento che rimandano a un legame forte con Roma e con committenti ecclesiastici. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto questi legami abbiano plasmato la quotidianità locale: feste, processioni e tradizioni si sono sovrapposte ai vuoti e ai pieni degli spazi sotterranei. Sul piano della conservazione, la memoria del pittore è oggi uno strumento utile per comprendere come le arti visive siano intrecciate alla geografia del territorio.
Le grotte: non Frasassi, ma ugualmente importanti
Le grotte di Camerano non competono per estensione con Frasassi, ma presentano questioni di interpretazione storica altrettanto complesse. Il complesso ipogeo si sviluppa per circa 3000 metri complessivi, con circa un chilometro direttamente sotto il cuore del borgo. La difficoltà maggiore per gli studiosi è stata stabilire la funzione originaria: alcuni elementi appaiono coerenti con magazzini o cave, altri — fregi, nicchie, spazi schematici — con luoghi di culto ipogei, sia pagani che cristiani, o con rifugi usati in periodi di conflitto. Un dettaglio che molti sottovalutano è la stratificazione: l’uso continuato in epoche diverse ha sovrapposto letture e segni che non sempre sono immediatamente distinguibili.

La visita pubblica si svolge attraverso un percorso guidato che tocca ambienti denominati per cognomi locali: Andreoni, Corraducci, Costantini, Giostra, Mancinforte — tutti al di sotto di palazzi e abitazioni del centro storico. Per motivi di sicurezza il percorso richiede abbigliamento protettivo e attenzione ai tratti potenzialmente sconnessi; la temperatura interna è stabile intorno a 14 °C, caratteristica che rende necessaria una preparazione minima per chi soggiorna più a lungo. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la differenza di comfort tra esterno e interno: sotto terra la temperatura è costante, mentre sopra il clima può variare molto.
Le visite sono prenotabili telefonicamente e sono soggette a orari specifici: nei weekend, in stagione fredda, le aperture mattina e pomeriggio consentono di inserire la scoperta delle grotte in un itinerario più ampio tra mare e colline. Il biglietto ordinario è indicativamente di 12 euro, con riduzioni per giovani e over 65. Un dettaglio pratico è che la presenza di una porzione notevole di sistema ipogeo sotto le abitazioni comporta responsabilità su manutenzione e controllo, un aspetto che molti amministratori locali segnalano come prioritario. Alla fine della visita resta la sensazione concreta di aver visto una città che vive su due piani: il borgo che si mostra al sole e il suo “sottosuolo” che continua a parlare di funzioni, tecniche costruttive e memorie collettive.
