Un giovane esce dall’autoscuola con la ricevuta stretta in mano e la sensazione che quel pezzo di carta possa cambiare il suo accesso al lavoro. È la scena che si ripete in diverse città italiane: il mondo dell’autotrasporto continua a cercare conducenti qualificati, e per molti aspiranti autisti la riattivazione del Bonus Patente rappresenta un’occasione concreta. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha confermato la misura per il 2025, con contributi che arrivano fino a 2.500 euro per i giovani interessati a conseguire patenti professionali o abilitazioni per il trasporto di merci e persone.
Il provvedimento è pensato per ridurre le barriere economiche che spesso bloccano l’ingresso nel settore: iscrizioni alle autoscuole, corsi obbligatori, esami e pratiche tecniche hanno costi non trascurabili. Un dettaglio che molti sottovalutano è il fatto che la misura non è automatica: è necessario seguire una procedura online e rispettare requisiti precisi, indicati dal MIT, per accedere al sostegno.
Come funziona il contributo e cosa copre
Il sistema prevede un aiuto economico sotto forma di voucher digitale utilizzabile esclusivamente presso autoscuole autorizzate e centri iscritti all’albo. Il contributo è pensato per il conseguimento delle patenti C, CE, D, DE e per la CQC, che rimane requisito fondamentale per chi intende guidare veicoli pesanti o trasportare persone. Nella pratica, il beneficiario può anticipare i costi e ottenere il rimborso, oppure usufruire dello sconto diretto se l’autoscuola applica la procedura semplificata prevista dal Ministero.

I controlli sulle spese ammissibili sono stringenti: vengono rimborsate solo le attività legate al primo rilascio delle abilitazioni — lezioni, guide, diritti d’esame e costi della CQC — mentre restano esclusi accessori, rinnovi o pratiche non collegate al conseguimento iniziale. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è il peso delle tempistiche: esami e corsi richiedono prenotazioni e verifiche che possono allungare i tempi di ricezione del voucher.
Requisiti, limiti e chi rischia di restare fuori
La misura è riservata ai giovani under 35 con cittadinanza italiana o permesso di soggiorno regolare e a chi, al momento della domanda, non ricopre già ruoli professionali nel settore dell’autotrasporto. Il contributo può coprire fino al 80% dei costi sostenuti, fino al tetto massimo di 2.500 euro per beneficiario. Per evitare abusi, il bando prevede che entro tre mesi dal conseguimento delle patenti il beneficiario dimostri l’avvio di un rapporto di lavoro o di una ricerca attiva nel comparto — un vincolo che filtra chi non ha reali prospettive occupazionali.
La regola del non accumulo è ferrea: chi ha già ricevuto rimborsi regionali o altre agevolazioni per le stesse spese non può richiedere il bonus, in quanto il sostegno è non cumulabile con analoghe misure pubbliche. Inoltre, la disponibilità dei fondi è limitata e le domande vengono esaminate in ordine cronologico, perciò la preparazione preventiva dei documenti e dei preventivi diventa essenziale. Per molti giovani il 2025 resta un’opportunità reale per entrare nel settore, ma chi si avvicina al bando deve valutare con attenzione i requisiti e i tempi operativi per non rischiare di rimanere escluso.
