Lago di Como incantevole a fine autunno: scopri 4 percorsi panoramici tra borghi e vette

Lago di Como incantevole a fine autunno: scopri 4 percorsi panoramici tra borghi e vette

Luca Antonelli

Novembre 26, 2025

L’aria si fa più fredda e la visibilità aumenta: sulle sponde del Lario la fine dell’autunno concentra paesaggi limpidi e percorsi che non trovano eguali in altre stagioni. Chi organizza un’escursione lo sa: i sentieri mostrano un lago diverso, più definito, con gli abitati che emergono netti tra gli ulivi e le cime che si definiscono a colpi di luce. In questi mesi il territorio intorno al Lago di Como diventa uno spazio per camminate tecniche e uscite brevi, adatte a chi cerca panorama senza folla. Presentiamo quattro itinerari praticabili, con dati su dislivelli, tempi e segnaletica per orientarsi. Un dettaglio che molti sottovalutano: la scelta dell’abbigliamento fa più differenza qui che in pianura, per il vento e la variazione termica tra lago e quota.

Itinerari lunghi e panorami: Pian del Tivano e il ritorno a Bellagio

Partenza da Pian del Tivano, dove si imbocca una lunga traccia che oltrepassa gli alpeggi storici: Alpetto di Torno, Alpe Grasso, Alpe Spessola. La tappa chiave è l’arrivo all’Alpe di Terra Biotta (1536 m), punto da cui si osserva la punta di Bellagio e l’insieme delle montagne circostanti. Per chi ha energie extra è possibile una deviazione verso il Monte San Primo (1685 m), che aggiunge un’ora circa al percorso e offre una veduta ancora più ampia.

Lago di Como incantevole a fine autunno: scopri 4 percorsi panoramici tra borghi e vette
Balcone fiorito sul Lago di Como, con vista panoramica sulle montagne e la tranquillità del lago in autunno. – confcommerciobelluno.it

La seconda parte è una discesa prolungata: si scende passando per l’Alpe del Borgo, San Primo e si prosegue tra baite e alpeggi ancora attivi fino a Guggiate (230 m). Da lì si attraversano prati coltivati e filari d’ulivo che arrivano quasi fino alla punta di Bellagio; il rientro a Como può avvenire in battello o con autobus di linea. I numeri pratici: difficoltà E, dislivello indicativo +582 / -1300 metri, tempo di percorrenza attorno alle 6 ore. Segnaletica: sentiero CAI nr. 1 bianco-rosso. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la visibilità che permette di distinguere le catene alpine con chiarezza, utile quando si pianifica la gita.

Escursioni brevi e culturali: Ossuccio, il Sacro Monte e il Belvedere della Comacina

Questo itinerario è pensato per chi cerca panorami concentrati senza una giornata intera di cammino. Si parte dal borgo di Ossuccio, con la chiesa di Santa Maria Maddalena e il campanile romanico, e si sale sulla mulattiera che conduce al Sacro Monte di Ossuccio, riconosciuto come sito UNESCO. Il percorso segue vecchi muretti a secco e filari di ulivi; le 14 cappelle affrescate lungo il tracciato raccontano episodi del Rosario, trasformando la camminata in un’esperienza storica oltre che paesaggistica.

In circa 30 minuti si raggiunge il Santuario della Beata Vergine del Soccorso (m 419), affacciato su uno dei panorami più noti del ramo occidentale del Lario; da qui il sentiero porta al Belvedere dell’Isola Comacina, che in autunno regala una luce dorata sul golfo. Dati pratici: difficoltà T/E, dislivello +250 m, tempo 1h30–2h per il percorso breve; estendendo il giro con discesa a Lenno via CAI e con un tratto della Greenway del Lago, si arriva a 2h30–3h complessive. Il ritorno a Ossuccio da Lenno è possibile a piedi in circa 40 minuti lungo la riva. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto la presenza dell’isola dia un punto di riferimento visivo costante durante la camminata.

Crinali, rifugi e chiesette: da Brunate ai monti di Tremezzo

Due percorsi distinti ma complementari mostrano la varietà del territorio lariano: la traversata da Brunate verso il Pian del Tivano e l’escursione che parte da Tremezzo fino alla Chiesa di San Martino. Dal piazzale di arrivo della funicolare si segue l’indicazione per San Maurizio, si passa la chiesa di Sant’Andrea e si prende la mulattiera che conduce alla Capanna CAO. Proseguendo attraverso il bosco si raggiunge la Baita Bondella (m 1075), punto in cui la traccia si apre su panorami estesi e sulle cime lariane; il sentiero CAI nr. 1 conduce poi a più passi: Bocchetta di Lemna (m 1167), Bocchetta di Palanzo (m 1210) e rifugio Riella, con punto finale al Pian del Tivano (m 937) per chi sceglie la notte in quota. Difficoltà: E; dislivello indicativo +582 m; tempo di percorrenza circa 6 ore.

L’altra escursione, più breve, segue le anse della montagna intorno a Tremezzo, incontrando uliveti e palme che testimoniano il clima mite del ramo centrale del lago. Dopo un tratto di paese si trova il cartello che segnala il Parco Naturale di San Martino; pochi minuti ancora e la chiesetta incastonata sul Sasso di San Martino si rivela con un panorama che guarda le Grigne, il monte Legnone e le Alpi svizzere. Dislivello circa +200 m, difficoltà T e tempo intorno alle 2 ore. Un dettaglio pratico: molti escursionisti programmano queste uscite nelle mezze stagioni per sfruttare la luce bassa che scolpisce rilievi e specchi d’acqua.

Per raggiungere i punti di partenza conviene consultare la rete stradale e i servizi di trasporto locale: la funicolare per Brunate, le linee autobus e i battelli offrono soluzioni diverse. Chi percorre questi tracciati torna con dati concreti: panorami più nitidi, meno affollamento e percorsi che mettono insieme natura e storia in modo evidente — una combinazione che sempre più escursionisti stanno rivalutando.

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