Sulla bacheca del municipio e sui tavoli degli uffici tributi si respira un nervosismo pratico: molte cartelle tornano a essere al centro del dibattito, ma non tutte le pendenze si azzerano con la stessa formula. Se la parola chiave resta Pace fiscale, la strada non è più solo quella della tradizionale rottamazione delle cartelle. Lo schema che sta emergendo mette in luce una doppia corsia: da un lato la ristrutturazione dei ruoli affidati alla riscossione statale, dall’altro una strategia alternativa che interessa tasse e multe rimaste nelle casse comunali e regionali. Un dettaglio che molti sottovalutano: non tutti i debiti possono essere trasferiti alla riscossione statale, per questo servono strumenti diversi per chi ha posizioni aperte con l’ente locale.
La misura nazionale e il perimetro escluso
La misura nota come rottamazione quinquies riguarda i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione con data di deposito entro il 31 dicembre 2023. Questo passaggio tecnico è centrale: definisce quali posizioni possano accedere alla definizione agevolata di competenza statale e lascia fuori, per natura, molte voci di entrata locale. Chi ha ruoli ancora in carico ai municipi o alle province non troverà automaticamente la soluzione nella rottamazione nazionale, e per questo sta prendendo corpo un intervento parallelo. Lo raccontano i tecnici del settore: si tratta di dare agli enti locali uno strumento per rendere esigibili crediti altrimenti destinati all’insolvenza. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che la competenza sull’applicazione pratica sarà locale, non centralizzata.

I passaggi più concreti saranno deliberati dagli stessi enti: con delibere di Giunta i Comuni e le Regioni potranno decidere se prevedere sconti, riduzioni o riduzioni di sanzioni e interessi. In alternativa potranno offrire piani di rateizzazione più lunghi, pensati per chi ha difficoltà a saldare in una sola soluzione. È una scelta discrezionale: nella pratica, ogni amministrazione potrà modellare la misura in base al proprio bilancio e alle priorità territoriali.
Cosa potrebbe rientrare nella sanatoria locale e le conseguenze
La sanatoria che si profila è rivolta soprattutto a tributi diffusi e spesso difficili da riscuotere: IMU, TARI, bollo auto e le multe elevate dalla polizia locale rappresentano la platea principale. Va però chiarito: la misura toccherà soltanto i crediti rimasti in carico agli enti locali, non quelli già passati alla riscossione statale. In molte città questi importi costituiscono una fetta consistente delle entrate mancanti, ecco perché diverse amministrazioni stanno valutando soluzioni che possano al tempo stesso favorire la regolarizzazione dei cittadini e recuperare risorse altrimenti inesigibili. Un fenomeno che in molti notano solo nella gestione quotidiana dei Tributi è la difficoltà operativa di confrontare elenchi e posizioni tra uffici comunali e ruolo statale.
La sanatoria locale potrà replicare la logica della rottamazione — con taglio degli oneri accessori — oppure proporre alternative, come piani di pagamento dilazionati su più anni. A decidere saranno i Sindaci e i Governatori, che valuteranno costi e benefici per le casse locali. Per i contribuenti significa che l’adesione non sarà automatica e che conviene seguire gli avvisi del proprio Comune: molte delibere saranno pubblicate sui siti istituzionali e nelle pratiche di sportello. Un dettaglio che molti sottovalutano è che questa strada può portare a una reale possibilità di regolarizzazione senza passare per il meccanismo statale, con un impatto pratico su bilanci comunali e su famiglie con debiti di piccola-media entità .
Il risultato concreto potrebbe essere una riduzione significativa delle posizioni inesigibili: non una cancellazione indistinta, ma una possibilità di riequilibrare crediti e consentire ai cittadini di ripartire senza il peso di sanzioni e interessi accumulati. In molti Comuni la prossima mossa sarà pubblicare le linee guida e le relative delibere, e per chi ha posizioni aperte la prima azione pratica sarà consultare gli avvisi locali.
