
Code, rumore di trolley e la sensazione che qualcosa stia per cambiare: all’aeroporto di Milano‑Bergamo, noto anche come Orio al Serio, è partita una riorganizzazione strutturale che vuole trasformare l’esperienza di viaggio. Non si tratta di un semplice ampliamento dei negozi o di nuovi gate, ma di una riconfigurazione dei controlli sicurezza con tecnologie diverse e una visione che punta a fare dello scalo un nodo integrato di servizi. L’obiettivo dichiarato è semplice e concreto: ridurre le attese, rendere più fluido il passaggio ai varchi e predisporre lo scalo per un traffico passeggeri più intenso nel corso degli anni.
Un nuovo cuore per i controlli
Al primo piano è stata aperta un’area controlli di circa 7.500 metri quadrati, dotata di 14 linee per l’ispezione dei bagagli. Le macchine tomografiche di ultima generazione permettono di analizzare i contenuti delle valigie senza aprirle, eliminando l’obbligo di estrarre dispositivi elettronici e flaconi. Il risultato più visibile per i passeggeri è la possibilità di portare nel bagaglio a mano contenitori fino a 2 litri ciascuno, un cambiamento netto rispetto alla regola dei 100 ml che ha segnato i viaggi degli ultimi decenni. Questo cambio di impostazione non nasce dal nulla: alle spalle c’è un investimento di sistema che include macchinari e software progettati per un traffico contemporaneo.
Il sistema a raggi X, il cui valore è stato riportato a circa 14 milioni di euro, scansiona con maggiore profondità e riduce la necessità di ispezioni manuali. Di conseguenza, le code tendono a snellirsi e i tempi di attesa vengono compressi: un aspetto che molti passeggeri notano già nei primi passaggi. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la tecnologia non elimina il controllo umano, ma lo rende più mirato, con operatori che intervengono solo quando il software segnala anomalie. Questo approccio diminuisce l’impatto sulle procedure e riduce il rischio di rallentamenti dovuti a controlli ripetitivi.
Servizi, flussi e cosa cambia per il viaggiatore
Intorno ai nuovi scanner è stato ridisegnato l’intero percorso passeggeri: sono stati installati 9 gate automatici per la lettura delle carte d’imbarco, una corsia dedicata a famiglie e persone con mobilità ridotta e circa 40 postazioni di self check-in. La zona extra‑Schengen è stata ampliata con nuovi gate di imbarco, pensati per snellire i percorsi e concentrare i controlli in un’area tecnologicamente avanzata. L’insieme tende a creare un flusso più omogeneo, dove ciascuna fase del viaggio è collegata da segnali digitali e gestione centralizzata.
L’intelligenza artificiale gioca un ruolo chiave nel monitorare i flussi in tempo reale e nell’instradare i passeggeri verso le linee meno affollate, migliorando la performance complessiva. Tuttavia non tutte le abitudini restano: l’accesso diretto ai controlli dalla lounge esterna è stato eliminato, una perdita che i frequent flyer e gli utenti Priority Pass percepiranno subito. Le corsie fast track rimangono operative e alcuni titolari di carte premium manterranno privilegi d’accesso, ma il percorso è stato di fatto centralizzato per garantire uniformità nelle procedure.
È un progetto che guarda a uno scalo più efficiente e integrato con servizi urbani, ma comporta compromessi pratici per chi è abituato a scorciatoie. Un fenomeno che in molti notano solo nei primi viaggi: la velocità di passaggio cresce, ma con regole diverse per tutti. Nel complesso, il cambiamento apre la strada a uno scalo pensato per reggere il traffico dei prossimi anni e per dialogare con la città e le sue infrastrutture.
