Accendi il fornello e osservi la fiamma: se è limpida e blu-azzurra, non ci pensi troppo; se vira al giallo o al rosso, invece, scatta un allarme visivo. Non è soltanto un dettaglio estetico: il colore della fiamma dice se il gas sta bruciando nelle condizioni giuste oppure no. Chi usa il piano cottura a gas lo nota ogni giorno: una fiamma blu, compatta e precisa, è il segno di una reazione ben bilanciata. Quando invece la luce diventa giallastra o rossastra, può esserci fuliggine o particelle incandescenti in sospensione, sintomo di una combustione incompleta. Il fenomeno non è misterioso: indica che la miscela tra aria e combustibile non è corretta e che nel flusso si stanno formando residui visibili.
Cosa racconta il colore
Il colore di una fiamma è un indicatore pratico di ciò che accade nella camera di combustione. In presenza di sufficiente ossigeno il metano o il GPL bruciano senza lasciare tracce visibili: è la cosiddetta combustione completa, ottenuta quando aria e gas sono proporzionati secondo il rapporto stechiometrico. Questo equilibrio fu messo in evidenza già nell’Ottocento dagli studi sul bruciatore di Bunsen, che dimostrarono come la miscela aria-gas determini una fiamma stabile e blu.

Se la miscelazione è ostacolata — da sporco, residui di cibo, o da otturazioni nei tubi — la fiamma perde uniformità e si colora di giallo o rosso. Quella tonalità deriva da piccole particelle carboniose incandescenti: la fuliggine emette luce nella parte gialla dello spettro. Un dettaglio che molti sottovalutano è che anche una fiamma apparentemente regolare può nascondere microproblemi: tremolio, punte gialle o una base rossastra sono segnali da non ignorare. In casa, osservare la fiamma resta quindi un primo controllo visivo semplice ed efficace.
Cosa avviene dentro il bruciatore
Nel fornello a gas il combustibile viene in genere premiscelato con l’aria all’interno del bruciatore prima dell’accensione. Quando la miscela è corretta si raggiungono temperature elevate — fino a 1500°C — e la fiamma risulta pulita, senza produzione di fuliggine. La luce blu non è dovuta solo all’assenza di particelle: dipende anche da specie chimiche eccitate, come OH e CH, che emettono radiazioni nella gamma blu-violetta quando si de‑eccitano.
Un elemento curioso: la presenza di sodio (ad esempio dal sale che schizza in padella) può far virare la fiamma al giallo brillante. Non è un malfunzionamento del bruciatore, ma il principio sfruttato dal saggio alla fiamma per identificare metalli in laboratorio. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che polveri e residui dall’ambiente domestico possono contribuire a modificare il colore, specie se il bruciatore non viene pulito regolarmente. In pratica: la chimica della fiamma è un mix di fisica, pulizia degli ugelli e composizione del gas.
Rischi e precauzioni pratiche
Anche una fiamma blu, però, non esclude rischi. La combustione del gas produce ossidi di azoto (NOx), in particolare NO2, composti che irritano le vie respiratorie e possono peggiorare condizioni preesistenti. Studi internazionali, compresi rapporti che hanno monitorato abitazioni in varie città, mostrano concentrazioni più alte di NOx nelle cucine con fornelli a gas rispetto a quelle con piani elettrici o a induzione. Chi cucina spesso, o vive in ambienti poco ventilati, accumula anidride carbonica e irritanti in casa.
Per ridurre i rischi è consigliabile qualche misura semplice e concreta: usare sempre la cappa aspirante se è collegata all’esterno, areare la cucina aprendo una finestra per alcuni minuti e isolare temporaneamente la stanza dagli altri ambienti. Manutenzione regolare del bruciatore è fondamentale: pulire ugelli e griglie, rimuovere residui di cibo e, se le anomalie persistono, chiamare un tecnico qualificato. CLASP e altri enti hanno messo in luce come la scelta del sistema di cottura influisca sulla qualità dell’aria interna; alcune amministrazioni, come nel Nord America, hanno già limitato l’uso del gas nelle nuove costruzioni.
Se la fiamma è rossastra, tremolante o tende al giallo, spegnere, pulire e verificare. Per chi sta pensando a un cambiamento, il passaggio all’induzione è una strada che molti europei e italiani stanno valutando. Osservare la fiamma resta comunque il primo controllo: è un indicatore semplice, visivo e immediato di un problema che richiede attenzione nella vita quotidiana.
