Libretti di risparmio a interessi crescenti: ecco a chi convengono davvero e cosa rischi

Libretti di risparmio a interessi crescenti: ecco a chi convengono davvero e cosa rischi

Franco Vallesi

Dicembre 2, 2025

Immagina: sullo schermo del tuo telefono appare un messaggio della banca, breve e netto — “Nuovo libretto a interessi crescenti, fino al 3%” — e subito senti che vale la pena parlarne. Non è soltanto la percentuale a catturare l’attenzione, ma la promessa implicita: più tempo tieni i soldi, più guadagni, senza rischi apparenti. La scena è comune nelle filiali e nelle caselle mail: offerte che puntano sul numero più grande, mentre le condizioni reali restano in piccolo nel prospetto. Qui si spiega in modo pratico come funziona davvero questo prodotto, cosa leggere nel contratto e quando vale la pena spostare i risparmi dal conto corrente. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio la differenza fra quello che vedi in vetrina e ciò che arriverà effettivamente in tasca.

Come funzionano davvero

I libretti di risparmio a interessi crescenti sono strumenti in cui il tasso crescente viene applicato anno dopo anno per incentivare la permanenza del capitale. Non si tratta di magia finanziaria: è una struttura contrattuale che può essere più o meno flessibile. Esistono due famiglie principali: i libretti veri e propri (postali o bancari) che permettono depositi e prelievi ma modulano il rendimento in base al periodo di detenzione, e i depositi vincolati con struttura crescente, dove il capitale è bloccato fino a scadenza e i tassi aumentano solo se non si ritira.

Libretti di risparmio a interessi crescenti: ecco a chi convengono davvero e cosa rischi
Mani scure sorreggono un salvadanaio a forma di maialino, simboleggiando la cura del risparmio offerta dai libretti a interessi crescenti. – confcommerciobelluno.it

La capitalizzazione trasforma gli interessi in nuovo capitale, quindi il tasso del terzo anno si applicherà a una base superiore se hai lasciato gli interessi sul conto. Ma un punto che molti non leggono con attenzione è la tassazione: per i prodotti bancari la ritenuta è solitamente del 26%, mentre alcuni prodotti postali possono beneficiare di aliquote agevolate (per esempio il 12,5% su specifici titoli postali). Un dettaglio che molti sottovalutano è come viene calcolato il tasso per periodi intermedi: non sempre è un semplice frazionamento dell’anno, e le condizioni di prelievo anticipato definiscono il guadagno effettivo.

In pratica, prima di sottoscrivere chiedi il prospetto e verifica la struttura anno per anno: il numero più grande in vetrina è spesso l’ultimo, non la media. Chi vive in città lo nota nelle promozioni in filiale: il messaggio commerciale è semplice, la lettura del contratto richiede attenzione.

Numeri in tasca: esempi pratici

Le parole funzionano, ma i numeri decidono. Prendiamo un esempio concreto: depositi 10.000 euro in un libretto a tre anni con tassi 1%, 2%, 3%. Il primo anno guadagni 100 euro; il secondo, grazie alla capitalizzazione, circa 202 euro; il terzo circa 309 euro. Totale lordo: ~611 euro, che corrisponde a un rendimento medio di 1,97% annuo lordo. Qui entra in gioco il trucco psicologico: la banca pubblicizza il 3%, ma quel valore si applica solo nell’ultimo anno, non ogni anno.

Se il prodotto è bancario va dedotta la tassazione del 26% e il netto scende a circa 1,45% annuo netto (circa 452 euro su 611). Se il prodotto è postale con aliquota agevolata, il netto può salire fino a circa 1,71% annuo netto. Un aspetto che sfugge a molti è il caso del prelievo anticipato: se ritiri dopo 18 mesi, potresti trovare il tasso del secondo periodo ridotto o una penale che erode gran parte del vantaggio. Alcuni libretti prevedono esplicitamente delle penali, altri applicano tassi differenti per periodi parziali dell’anno.

Confrontalo sempre con alternative pratiche: un conto deposito vincolato con tasso fisso, buoni postali annuali, o titoli di Stato a breve. La differenza netta dopo tasse e considerando la probabilità di prelievo anticipato è ciò che determina la scelta razionale.

Quando convengono e come valutarli

Non esiste una risposta unica: i libretti a interessi crescenti convengono se soddisfano tre condizioni semplici e misurabili. Primo, hai davvero una somma che puoi lasciare immobile per il periodo minimo indicato (2–3 anni). Secondo, dai priorità alla sicurezza più che al rendimento massimo: se preferisci evitare oscillazioni dei mercati, la tranquillità può valere più di qualche decimale. Terzo, i tassi offerti sono competitivi rispetto alle alternative liquide disponibili nel mercato al momento della sottoscrizione.

Per valutare un’offerta in fretta, segui questi passi pratici: Passo 1, estrai i tassi anno per anno dal prospetto; Passo 2, verifica le condizioni di prelievo anticipato o le penalità; Passo 3, calcola il rendimento lordo medio e poi applica la tassazione corretta; Passo 4, confrontalo con almeno tre alternative (conto deposito vincolato, conto non vincolato, titolo di Stato/buono fruttifero); Passo 5, chiediti onestamente per quanto tempo puoi tenere i soldi bloccati senza convertire il piano in stress finanziario.

Un fenomeno che molti notano solo quando scatta l’emergenza è la sottovalutazione del proprio comportamento: prometti di non toccare i soldi fino a scadenza, ma la vita è imprevedibile. In ultima analisi, questi libretti funzionano se diventano una parte ragionata di una strategia diversificata, non il contenitore unico dei tuoi risparmi.

La scelta finale resta pratica: prendi il prospetto, fai i calcoli, scrivi i numeri su un foglio e confrontali. È un’abitudine semplice che limita l’effetto del messaggio pubblicitario e ti aiuta a vedere quanto il libretto produce davvero nella tua situazione — una tendenza che molti risparmiatori in Italia stanno già osservando.

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