Tra tesori nascosti e storia senza tempo: le dimore storiche italiane trainano il nuovo turismo

Tra tesori nascosti e storia senza tempo: le dimore storiche italiane trainano il nuovo turismo

Franco Vallesi

Dicembre 2, 2025

In un paese dove le piazze dei borghi parlano ancora, la facciata di una villa o la torre di un castello spesso diventano l’attrazione principale di una intera comunità. Passeggiando tra vicoli stretti o su strade di campagna si trova, più di frequente rispetto a quanto si immagini, una residenza storica che conserva tracce di arte, funzioni e mestieri di secoli. È un paesaggio diffuso: non solo monumenti nelle grandi città, ma un reticolo di edifici che collega colline, pianure e coste. Le dimore storiche svolgono un ruolo che non è solo estetico: sono nodi di memoria e, sempre più spesso, motori economici locali.

I numeri aiutano a capire la portata. In Italia esistono circa 46.000 tra castelli, ville e palazzi nobiliari: un patrimonio capillare che attraversa regioni e paesaggi diversi. Nel corso dell’anno più recente sono stati segnalati oltre 35 milioni di ingressi complessivi nelle diverse strutture, con una quota significativa di prenotazioni e visite concentrate lontano dai grandi poli urbani. Un segnale importante riguarda le presenze nelle aree interne, dove le dimore rappresentano spesso l’offerta culturale più rilevante. Un dettaglio che molti sottovalutano: dietro queste strutture ci sono famiglie, associazioni e piccoli imprenditori che gestiscono aperture, manutenzioni e visite guidate, e che collegano il turismo al tessuto sociale locale.

I numeri e le attività che trasformano i luoghi

Le dimore non sono più solo custodi silenziosi: molte hanno attivato servizi concreti che le rendono sostenibili. Oggi una quota rilevante conduce attività economiche dirette: circa il 60% delle residenze avvia iniziative tra accoglienza, produzione culturale e reti agroalimentari. Un’altra fetta importante — intorno al 35% — dedica almeno parte degli spazi alla locazione per eventi, soggiorni e riprese cinematografiche. Più di 3.700 strutture offrono formule di ospitalità breve, da camere in cascina a suite in palazzo, affiancate da percorsi sensoriali e degustazioni locali.

Tra tesori nascosti e storia senza tempo: le dimore storiche italiane trainano il nuovo turismo
Un magnifico scorcio di una dimora storica italiana, impreziosita da statue e decorazioni. Un tuffo nell’arte e nella storia. – confcommerciobelluno.it

Il modello che emerge è ibrido: conservazione materiale, gestione economica e proposte culturali convivono. Le dimore propongono visite guidate, attività didattiche e laboratori: oltre la metà apre le porte agli studenti per percorsi educativi. Gli eventi culturali — concerti, festival tematici, rassegne — sono ormai parte integrante della programmazione annuale. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la crescita delle residenze come sedi per corsi e workshop tematici, quando il turismo di massa è meno presente e gli spazi si prestano a esperienze più intime.

Tre visite che mostrano cosa offrono queste residenze

Per capire il valore concreto basta guardare a esempi distribuiti nel territorio. Il Castello di Thiene, nel vicentino, è una dimora fortificata del Quattrocento la cui loggia in facciata e gli affreschi interni raccontano una storia di passaggi tra pubblico e privato. La manutenzione degli arredi e del parco è affidata a gestioni che combinano aperture culturali e attività produttive locali, con percorsi guidati che spiegano tecniche decorative e scelte conservative.

Nel Nord, al confine con Milano, la Villa Arconati e il suo vasto giardino “alla francese” costituiscono un caso di fruizione pubblica e privata insieme. Le geometrie verdi, le fontane e le statue sono usate per eventi e per programmi di didattica artistica: un modello che collega storia del giardino, tutela e uso contemporaneo. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto questi spazi diventino laboratori per nuove pratiche culturali.

Nel cuore del Chianti, il Castello di Brolio mostra invece l’intreccio tra storia militare e produzione vitivinicola. Camminamenti, cappella e cantine formano un circuito visitabile che unisce patrimonio materiale e qualità del territorio. Sul piano pratico, il ruolo di queste dimore si traduce in posti di lavoro, in formazione per i giovani e in flussi turistici che redistribuiscono presenze fuori dai grandi centri: un effetto tangibile che molte comunità locali già registrano.

Per chi volesse esplorare l’offerta esiste un portale ufficiale che censisce molte di queste residenze. Chi visita trova non solo grandi nomi ma anche piccole perle: luoghi dove la storia dialoga con la vita quotidiana, e dove la riapertura di una sala o il restauro di una facciata hanno ricadute concrete sull’economia e sull’identità del territorio.

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