Edilizia trentina, il piano segreto delle imprese: ecco come stanno cambiando il futuro del territorio

Edilizia trentina, il piano segreto delle imprese: ecco come stanno cambiando il futuro del territorio

Franco Vallesi

Dicembre 3, 2025

Un palazzetto gremito di tecnici, imprese e distributori. All’ingresso del Palarotari di Mezzocorona si percepiva subito la stessa urgenza: trasformare il patrimonio edilizio esistente in una risorsa per il territorio. La Build in Trentino – Convention 2025 ha messo in scena una filiera che non si limita a parlare di cantieri, ma prova a costruire una rete operativa tra chi progetta, chi produce materiali e chi gestisce gli immobili. È una scena diversa da quella del passato, meno frammentata, dove la parola d’ordine è rigenerazione e non più solo ampliamento.

Alla convention sono passati temi tecnici e pratici: incentivi per la riqualificazione, standard di sicurezza, nuove competenze per gli operatori. I partecipanti hanno discusso casi concreti e scambiato contatti, con l’obiettivo di tradurre le linee guida in progetti reali. Progettisti, imprese edili e distributori hanno condiviso punti critici, come la filiera dei materiali e la necessità di una formazione aggiornata. Un dettaglio che molti sottovalutano è la gestione post-intervento: come mantenere l’efficienza degli edifici nel tempo, lo raccontano i tecnici del settore.

Il messaggio dei promotori è stato chiaro: per affrontare sfide complesse serve una filiera coesa, capace di dialogare con le istituzioni e con i cittadini sul valore dell’intervento strutturale e ambientale. La rigenerazione è stata presentata non solo come operazione edilizia, ma come leva di sviluppo territoriale che include lavoro, sicurezza e qualità della vita. Alla base resta la necessità di strumenti chiari e procedure snelle per trasformare i progetti in cantieri realmente attivi.

Failoni e il ruolo delle istituzioni

Sul palco l’assessore provinciale all’artigianato e commercio ha messo in rilievo il peso delle politiche pubbliche nel processo di rinnovamento. Roberto Failoni ha sottolineato come una filiera che funziona nasca da un confronto continuo tra amministrazioni e operatori economici: «Una filiera unita è un obiettivo impegnativo, ma il Trentino ha dimostrato di saperlo raggiungere». Questo passaggio ribadisce che le scelte su incentivi e procedure possono accelerare o frenare gli interventi sul territorio.

Edilizia trentina, il piano segreto delle imprese: ecco come stanno cambiando il futuro del territorio
Edilizia trentina, il piano segreto delle imprese: ecco come stanno cambiando il futuro del territorio – confcommerciobelluno.it

Failoni ha invitato le imprese a utilizzare le misure provinciali per la riqualificazione sostenibile e per gli interventi sull’abitare, promossi in collaborazione con l’assessore competente. Il ragionamento è pratico: semplificare il rapporto tra cittadino, impresa e pubblica amministrazione significa ridurre tempi e costi, e aumentare la qualità degli esiti. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la maggiore attenzione alle prestazioni energetiche degli immobili, elemento che incide sulla sostenibilità economica degli interventi.

Nel parlare di politiche locali è emersa l’importanza di comunicare bene con i cittadini: spiegare benefici, tempistiche e vincoli. Trasparenza e informazione diventano così strumenti essenziali per ottenere adesione e per valorizzare gli edifici esistenti. L’assessore ha insistito sul fatto che la collaborazione istituzionale deve tradursi in percorsi formativi e linee guida operative, per evitare che buone intenzioni si fermino alla fase progettuale.

Competenze, qualità e il nodo della rigenerazione

La terza parte della convention ha concentrato l’attenzione su professionalità e mercato. A parlare per l’associazione di categoria è stato il presidente, che ha rivendicato il bisogno di una nuova cultura del costruire: Mauro Bonvicin ha definito la manifestazione «un momento concreto per tutta la filiera», spiegando che la competitività dipende dalla capacità di fare rete e di condividere competenze. Il settore non è più solo forza lavoro, ma include figure come property manager e amministratori condominiali, sempre più centrali nei processi di rigenerazione.

La parola chiave torna a essere sostenibilità, declinata in sicurezza, materiali e soluzioni costruttive a minor impatto. I partecipanti hanno rimarcato la necessità di standard che accompagnino l’innovazione tecnologica, in modo che il miglioramento energetico non sia disgiunto dalla qualità architettonica. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è l’effetto combinato degli interventi sul microclima urbano, che può influire su costi di gestione e comfort abitativo.

Bonvicin ha posto l’accento sulla rigenerazione del patrimonio edilizio come priorità: serve programmazione, responsabilità e progetti che guardino al lungo periodo. Il confronto tra produttori e imprese è stato visto come il terreno per costruire soluzioni modulari, scalabili e replicabili. Alla fine, il percorso auspicato è quello di trasformare molti progetti in cantieri di qualità, con attenzione alla formazione e alla tutela dei lavoratori, e con una ricaduta tangibile sui centri storici e sui quartieri residenziali.

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